La spiritualità di chi è figlio di Maria

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«La donna, sul punto di diventare madre, è triste perché e venuta la sua ora; ma quando ha dato alla luce, dimentica i suoi dolori per la gioia che sia venuto al mondo un uomo». (Gv 16. 21)

(Traduzione dal greco e commento a cura di d. Carlo De Ambrogio)

La sofferenza è legata alla gioia.

S. Giovanni nell’Apocalisse descrive la Chiesa, e quindi per riflesso Maria Madre della Chiesa, vestita di sole, coronata di stelle. La descrive sofferente e perseguitata, cioè contemporaneamente perseguitata e vittoriosa; madre dolente e madre trionfante. Gioia e dolore si mescolano assieme. Il dolore è sempre preludio della gioia.

C’è in Maria, Madre della Chiesa, una doppia maternità: — una maternità verginale piena di gioia; si realizza a Betlemme; — una maternità dolorosa piena di strazio; si realizza sul Calvario.

Nella prima ella genera Cristo. Nella seconda, genera i cristiani. Però è una maternità unica, perché Maria è sempre la Madre del Cristo, sia individuale che totale (Corpo mistico).

La spiritualità di chi è tutto della Mamma Celeste è una spiritualità tutta centrata e orientata sul Cristo. È descritta magnificamente nel capitolo 12 dell’Apocalisse, il capitolo della Donna vestita di sole, coronata di stelle, che ha vinto il drago infernale. La spiritualità di chi è figlio di Maria ha quattro caratteristiche:

1a caratteristica: «Lo hanno vinto — dice S. Giovanni — per mezzo del Sangue dell’Agnello» (Ap 12,11).

«Il Sangue dell’Agnello», cioè vita sacramentale.

Beati coloro che lavano la veste dell’anima nel Sangue dell’Agnello Gesù (cf Ap 7,14): ecco la Confessione!

«Chi mangia la mia Carne e beve il mio Sangue — dice Gesù — ha la vita eterna» (Gv 6,54): ecco l’Eucaristia! Vita sacramentale vuol dire Confessione e Comunione. Il demonio scatena il suo combattimento in tre attacchi successivi:

1) Cerca di divorare il Figlio della Donna: Gesù; ma questo gli viene

rapito sul trono di Dio (l’Ascensione dì Gesù).

2) Insidia la Donna, cioè Maria, la Chiesa, ma essa si rifugia nel deserto (ecco il tema biblico del deserto), nel posto preparatole daDiodove viene nutrita. Doppio nutrimento: l’Eucaristia e la Parola di Dio!

3) «Se ne andò a far guerra contro il resto della discendenza della Donna» (Ap 12,17), cioè contro i cristiani. Ma costoro lo vincono con il Sangue dell’Agnello. La vittoria dei fedeli è quella di Gesù in loro. Essi vincono col Sangue dell’Agnello.

La spiritualità dei figli di Colei che è la Regina degli Angeli, Maria, è una spiritualità di combattimento e di vittoria. Essi appartengono totalmente alla Regina amatissima, che «è bella come la luna, splendente come il sole, ma anche terribile come un esercito schierato a battaglia» (Ct 6,10).

Una cosa si deve raccomandare soprattutto ai giovani: fare con molta frequenza delle fervorose comunioni, ricevere Gesù nel cuore. L’anima resterà tanto rinforzata dalla Grazia che il corpo sarà costretto a ubbidire allo spirito.

2a caratteristica: «Possediamo la testimonianza di Gesù» (cf Ap 12,17).Per S. Giovanni la frase «possedere la testimonianza di Gesù» vuol dire credere in Lui, conoscerne le parole, diffonderle, possedere la Vita. «La vittoria che ha vinto il mondo è la nostra fede» (1 Gv 5,4). Nutrirsi, quindi, delle parole di Gesù.

3a caratteristica: «Non hanno amato la propria vita» (cf Ap 12,11). Ritorna un altro pensiero frequente inGesù; caratteristica dei discepoli di Gesù (e quindi dei figli di Maria) è la preferenza assoluta che essi devono al loro Maestro divino. Devono essere disposti come Lui, per Lui, solo per Lui, a morire, a sacrificare la propria vita.

«Non hanno amato la loro vita quaggiù», come il chicco di grano che marcisce e muore.

Gesù diceva: « Chi ama la propria vita la perde..Chi mi vuol servire, mi segua e dove sono io, là sarà anche il mio servo» (Gv 12,25-26). Un servizio — ecco l’umiltà.

«Umiliò se stesso fino alla morte di croce» (cf Fil 2,8). La croce quotidiana; dice Gesù: «Rinnegare se stessi» (cf Mt 16,24). Bisogna seguire Gesù nel mistero del grano che muore per portare molto frutto.

4a caratteristica: «Essi conservano i comandamenti di Dio» (cf Ap 12,17), che si riassumono in un unico, grande comandamento: la Carità: «Amatevi gli uni gli altri» (Gv 13,34). La spiritualitàdei figli di Maria è tutta orientata verso il Cristo. È impossibile essere figli diMaria se non si appartiene prima a Gesù! È impossibile quindi amare Maria senza amare prima il suo Figlio divino e anche tutti gli altri fratelli.

È ugualmente impossibile amare il Cristo e i suoi fratelli senza amare sua Madre, Maria,che è Madre nostra e Madre della Chiesa!

Realizziamo il comando supremo di Gesù: la carità, «Amatevi»! «Amatevi gli uni gli altri», con la preghiera. In Dio tutto è presente — non esiste passato né futuro in Dio! Una domanda: le preghiere, i suffragi per i defunti valgono? Per il Signore la persona che ci è cara, la cui decisione finale al momento della morte può essere facilitata dal soccorso della nostra preghiera. muore nell’istante in cui noi preghiamo per lei. In Dio non c’è passato né futuro!

In maniera simile stanno le cose nel caso della devozione così diffusa verso il S. Cuore, la cosiddetta Ora Santa: i fedeli consolano, mediante la loro preghiera. Gesù nell’orto degli ulivi, nella sua tristezza e angoscia umana.

Questa consolazioneche gli danno con la preghiera «consola» realmente Gesù. Perché? Perché in Dio i due momenti «adesso e 2000 anni fa» sono contemporanei, coincidono.

I nostri suffragi non arrivano mai troppo tardi, perché Dio non conosce nessun prima e nessun dopo. Il nostro aiuto arriva sempre al momento giusto per il defunto, anche se preghiamo diversi decenni dopo la sua morte. L’istante della sua morte è sempre il nostro istante della preghiera. Noi possiamo, in ogni istante del nostro tempo, stare accanto alla persona cara scomparsa tanti anni fa, e starle accanto nel momento stesso della sua morte, cioè nella più grande decisione della sua vita.

Ecco come allora noi realizziamo il comando supremo di Gesù, la carità: con la preghiera!